Il Comune di Stellanello

Cenni storici, lo stemma e i sindaci.

Cenni storici

Stellanello, insediamento composto da numerose borgate, sorge nell’alta Val Merula, immerso nel silenzio e nel verde degli ulivi.

Il primo documento ufficiale nel quale viene riportato espressamente il nome Stellanello (divenuto in seguito Stellanello) risale al 1170, periodo in cui il borgo era Feudo dei Marchesi di Clavesana. Risale a quel tempo la costruzione del “Castello sottano”, situato su di un piccolo poggio sovrastante il torrente Merula. Il Castello venne poi ampliato a metà del 14° secolo con la costruzione di una grande cisterna interrata e relativo possente muro con scoli per l’acqua. Pochi resti rimangono oggi del Castello sottano, ma il belvedere panoramico verso l’alta valle è notevole.

Ad inizio del ‘300 Stellanello ottiene maggiore autonomia con statuti propri, ovvero la promulgazione dello Statutum Vallis Stellanelli del 1303. Uno strumento giuridico che conferisce maggiori certezze dei propri diritti e coscienza dei propri doveri. Viene quindi costituito un collegio giudicante di “quattro Consoli”, in rappresentanza delle quattro cappelle o quartieri con cui era suddiviso il paese. I “Consoli” erano soliti riunirsi la domenica intorno al Banco della Ragione per esaminare le varie questioni giuridiche ed amministrative. Nella seconda metà del ‘500 compariranno, in aggiunta ai Consoli, anche “cinque Procuratori”, ognuno eletto in rappresentanza di una Parrocchia. La carenza di documenti non permette però di delineare bene i rapporti di potere tra le due istituzioni.

Nel 1320 Catterina di Clavesana, erede del Feudo, va in sposa al Marchese Enrico Del Carretto, pertanto, il matrimonio sancisce il passaggio della castellana nell’orbita della potente famiglia marchionale del finalese.

Nel 1535 Alfonso II Del Carretto diviene, giovanissimo, Signore del marchesato. Si atteggia da subito a despota assoluto, con totale disprezzo dei diritti dei sudditi, viene soprannominato Il Tiranno. La rabbia accumulata in due decenni esplode nel 1558, dapprima a Calice Ligure e a Finale , e l’8 settembre di quell’anno anche a Stellanello. Gli agenti del Marchese vengono scacciati, la gente devasta le sue proprietà, assalta il Castello sottano e si riprende ciò che le era stato tolto.

Nel 1602 muore l’ultimo Del Carretto, non avendo figli lascia in eredità il Feudo di Stellanello al marito di sua cugina Zenobia, il Principe Giovanni Andrea Doria. Inizia così il percorso della famiglia Doria dei Principi di Melfi.

Nel 1737 il notaio Carlo Guano, attuario presso il Comune di Stellanello, è l’autore della trascrizione, per intero dall’originale del 1303, dello Statutum Vallis Stellanelli. Manoscritto conservato tutt’oggi presso il Comune. Unico esempio, conservato, di Statuto di una terra ligure assoggettata ai Clavesana.

Nel 1738 Stellanello viene annesso al Regno di Sardegna, questo a seguito dei Preliminari di Vienna del 1735. La Costituzione e le leggi del Regno pubblicate e rese esecutive. Stellanello dichiarata Mandamento, con un Giudice residente nel Borgo dei Rossi. Cessa pertanto, dopo oltre quattro secoli, l’attività dei Consoli.

Sul finire del 18° secolo la regione viene inglobata nell’Impero Napoleonico fino al suo crollo nel 1814, dopodiché ritorno sotto il Regno di Sardegna.

Nel 1861, con una popolazione di 1841 abitanti, Stellanello entra a far parte del Regno d’Italia.

Il nome del paese sarebbe legato ad una tradizione popolare, un racconto che narra la triste storia di Andalora. La leggenda vuole che il principe saraceno Al Kadir, durante una razzia lungo le coste liguri, vide la bella Andalora (che significa landa d’oro) e la volle rapire, legandola all’albero maestro della propria nave. Il promesso sposo di lei, Stefanello, la raggiunse nottetempo, mentre la nave era ormeggiata presso Capo Mele, ma nel vano tentativo di liberarla venne scoperto e ucciso. Andalora, per il dolore, e per non restare in mano dei saraceni, si gettò in mare. Il sacrificio dei due giovani, sempre secondo la leggenda, spinse il principe Al Kadir a convertirsi alla fede cristiana. Da allora i due paesi limitrofi di Andora e Stellanello portano questi nomi in memoria dei due giovani.

Il primo documento attestante il nome di Stellanello risale al 1170 quando la Valle era compresa nel vasto dominio dei marchesi di Clavesana; furono probabilmente questi ad edificare sul poggio sottostante la frazione di San Gregorio un castello di cui oggi rimangono solo i ruderi. Nel terzo decennio del XIV secolo il feudo di Stellanello passò per acquisizione dotale ai Del Carretto marchesi di Savona e signori del Finale; all’inizio del Seicento pervenne per successione ereditaria ai Doria, principi di Melfi e signori di Loano.

Nel 1303 la valle di Stellanello si dotò di un proprio statuto, uno dei più antichi della Liguria: venivano eletti quattro consoli, uno per ogni quartiere o “cappella”, e sedici consiglieri, quattro per quartiere, con il compito di gestire l’amministrazione pubblica e, in comunione col luogotenente del signore feudale, la giustizia.

Nel 1462, messer Francesco Divizia, ricco signore di Perugia, si rifugiò a Stellanello in seguito alle lotte tra guelfi e ghibellini che imperversavano nella città perugina. Fra i suoi discendenti ci furono vari personaggi illustri, tra i quali Marco Ambrogio Divizia, che nel Cinquecento fu allo stesso tempo capitano dei Corazzieri e comandante delle galere del principe Andrea Doria, e il prete Marco Antonio Divizia, che con lascito testamentario del 23 luglio 1707 istituì l’Opera Pia Divizia, preposta all’istruzione dei giovani del luogo.

Con i preliminari di Vienna del 1735 il feudo di Stellanello fu assoggettato al Regno di Sardegna. Annesso alla Repubblica Ligure dal 1801, la municipalità stellanellese fece parte dal 1803 del V cantone del Capo Mele nella Giurisdizione degli Ulivi; nel 1804 furono inglobati nell’unica municipalità stellanellese gli ex comuni di Testico, Cappella Soprana, San Damiano, San Gregorio, San Vincenzo e Villarelli. Dal 13 giugno 1805 al 1814 venne compresa nel Dipartimento di Montenotte del Primo Impero francese.

Ricostituito nel 1815 il comune di Testico, al quale Stellanello cedette la frazione di Poggio Bottaro (1818), fu inglobato nella provincia di Albenga del Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel III mandamento di Andora del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Ingauna e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008 fino al 2011 della Comunità montana Ponente Savonese. Dal 2014 al 2019 ha fatto parte dell’Unione dei comuni della Val Merula e di Montarosio.

Lo stemma

Di azzurro, all’ulivo di verde, con il tronco e i rami al naturale, nodrito nella pianura diminuita, di verde, accompagnato in capo dalla stella di cinque raggi, d’oro, racchiusa dal cerchio, dello stesso, i raggi appuntati al cerchio. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, LEGA L’ANELLO E ADORNA SPLENDE LA STELLA E GUIDA. Ornamenti esteriori da Comune.

I sindaci

1945/1946 GAGLIOLO Ambrogio
1946/1951 BESTOSO Antonio
1951/1956 ARMATO Giuseppe
1956/1959 ARMATO Giuseppe
1959/1959 GIAINA Giuseppe
1959/1960 DIVIZIA Giuseppe
1960/1961 BESTOSO Giuseppe
1962/1966 DIVIZIA Giuseppe
1966/1971 DURANTE Giuseppe
1971/1976 DURANTE Giuseppe
1976/1982 DIVIZIA Giuseppe
1982/1983 ROSSI Vittorio
1983/1988 CAVALLO Claudio
1988/1993 CAVALLO Claudio
1993/1997 CAVALLO Claudio
1997/2001 CAVALLO Claudio
2001/2006 CONTI Giovanni
2006/2011 CONTI Giovanni
2011/2016 BESTOSO Laura
2016/2021 CAVALLO Claudio
2021/in corso CAVALLO Claudio




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